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«La cosa più bella di questo lavoro è poter essere mille persone diverse ogni giorno. Io amo le persone, sono la cosa che mi stupisce di più in generale, e quindi doppiare molti interpreti è come studiare psicologia sul campo. Leggere e interpretare il linguaggio del corpo, le facce, le posture, le espressioni: è un luna park, posso dare sfogo a tanti lati del mio carattere in modo divertente e costruttivo, è come se fosse una palestra di personalità.» A dirlo è Andrea Mete, giovane doppiatore con cui 3Cycle lavora spesso.

«Recentemente sono stato impegnato su tantissimi progetti: nel film premiato agli Oscar Tonya, nel nuovo Avengers, nelle serie Netflix Altered Carbon e Dinasty. Poi nelle nuove stagioni di Nashville (Fox) e nella serie Sky di Steven Soderberg – Mosaic, ma anche in Knightfall (ambientata ai tempi dei Templari). Sono stato persino un toro (Valiente nel cartoon Ferdinand) e un campione di hockey, Eric LeMarque, nel documentario L’ultima discesa. Insomma, di materiale per i miei studi ce n’è!»
Tra le cose più recenti spicca anche The Resident, serie Fox molto attesa che segna il ritorno sul piccolo schermo di Matt Czuchry, Logan di Una mamma per amica. È 3Cycle che ha curato l’edizione italiana del medical drama in onda dal 5 marzo.

«È una serie che è un po’ un mix tra Dottor House e Grey’s Anatomy. L’argomento trattato è attualissimo: il personaggio che interpreto è alle prese con le storture dell’assistenza sanitaria negli Stati Uniti. Vuole salvare delle vite, ma si scontra con le regole dell’ospedale che spesso mira solo a trattenere pazienti per incassare più soldi dalle assicurazioni. Comunque racconta di medici a volte geniali, spesso istintivi, ma comunque persone normali, dottori che ognuno di noi potrebbe incontrare nella sua vita, e questo è ciò che fa di questa serie un prodotto molto avvincente. Con Lorena Bertini (direttore del doppiaggio) ed Elena Masini (assistente al doppiaggio), mi sono trovato benissimo, ho sempre lavorato bene con 3Cycle: è una squadra molto preparata che ha saputo introdurmi in un ambiente di lavoro equilibrato, serio ma leggero, che lascia spazio alla creatività. Siamo riusciti anche a lavorare senza fretta, cosa abbastanza rara nelle serie tv di questi tempi..Avrei mille aneddoti da raccontare, ma sono tutti relativi ai casi che vengono trattati nei prossimi episodi, quindi non posso svelarvi nulla perché rovinerei la sorpresa. Però posso dire che è una serie in cui si ride e si piange, è fatta molto bene e arriva al cuore in tante occasioni.»