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«Marco ed io siamo così amici da così tanto tempo, c’è così grande stima che tutto può accadere.» È Pino Insegno a parlarci della sua lunga carriera nel doppiaggio e sulla sua lunga collaborazione con Marco Guadagno.
«Una cosa è certa: abbiamo fatto sempre cose anormali, cose difficili, complicatissime, in tempi anche non sospetti. Una grande esperienza con Marco, e credo sia anche il doppiaggio più bello che abbia fatto – nonostante risalga a vent’anni fa – è L’esercito delle 12 scimmie. Vinsi un provino, contro tanti professionisti, per doppiare Brad Pitt. Considera che all’epoca si facevano provini che duravano anche dieci giorni, ancora si facevano dieci anelli a turno. Eravamo all’International Recording e ricordo – siccome sono un grande collezionista di colonne sonore, forse il più grande al mondo, ne ho circa 16mila – che mi presentai con la colonna sonora di Twelve Monkeys da regalare al direttore. Una cosa che faccio spesso, ma non come atto di piaggeria, semplicemente ce l’avevo e mi faceva piacere portargliela. Insomma entrai e dissi agli altri: “Ragazzi il provino lo vinco io, perché regalo la colonna sonora al direttore!” Ma era un cazzeggio…Comunque, il personaggio del film era un pazzo vero, penso sia il film più bello di Brad Pitt: improvvisava, cambiava voce..Io l’ho seguito nella sua follia, non ho fatto il “doppiaggese” tipico. Ero il più inesperto dei presenti, ma il mio essere un neofita probabilmente mi ha portato a darci dentro come attore. Fatalità ho vinto. Per quel film Marco ha avuto una delle sue bellissime intuizioni. Era molto difficile andare a synch con Brad Pitt, perché improvvisava tantissimo. Non avevamo ancora né Pro Tools né niente, c’erano gli anelli con la pellicola, quindi non si potevano fare tanti tagli, se sbagliavi un respiro dovevi ricominciare un monologo di 5 minuti da capo…Marco mi ha fatto imparare a memoria le battute, mi ha legato la cuffia sulla testa (in modo che non dovessi tenerla con le mani), ha tolto il leggio e mi ha fatto “doppiare le mani”. Si era accorto che Brad Pitt si dava i tempi muovendo le braccia e gesticolando, e che seguire il labiale sarebbe stato praticamente impossibile. Nel film lui urla, biascica, si impunta sulle parole. In effetti con il trucco di seguire le mani funzionò, perché lui dettava il ritmo delle battute con i gesti. Fu un lavoro così duro…mi ricordo che all’ultimo anello del film Marco si accorse che in una parola una T e una D erano state scambiate. Io non ce la facevo più, gli dissi “Marco, resta così” e andai via. Quella parola è rimasta così. Non si capisce benissimo, ma ero esausto. Una cosa che non ho mai fatto, ma sono scappato. Erano nove ore al giorno di follia. Ma fu un grandissimo doppiaggio.

Altra cosa divertente accadde con Scary Movie, dove io doppiavo sia il cattivo, sia lo stupido, che nel film erano lo stesso personaggio. Temevo che il pubblico si accorgesse che ero sempre io a doppiarli, ma Marco mi tranquillizzò dicendo che nessuno ci avrebbe fatto caso. Aveva ragione! Si inventò anche un tormentone. Un attore parlando al telefono faceva questo scherzo tipico degli americani: “Wazzuppp”, che noi trasformammo in “Bellaaaaa”. Una battuta che ancora adesso i ragazzi riconoscono come parte del film.
E non finisce qui, perché poi mi fece fare un Mike Myers serio, in Studio 54. Anche nell’Era glaciale, io avrei voluto fare il bradipo, ma lui mi affibbiò Diego, la tigre dai denti a sciabola. Insomma, mai un personaggio normale.

Ma sono film di cui tuttora mi vanto, sono fiero di averci lavorato. Quando li rivedo, mi sembrano sempre dei gran bei lavori. Soprattutto nel caso de L’esercito delle 12 scimmie: e ogni volta che incontro Sandro Acerbo (il doppiatore “fisso” di Brad Pitt) gli dico sempre: “Tanto te lo rilevo!”.
Il rapporto con Marco presuppone anche prese in giro…Per esempio, dice che io non ho mezze voci, e che anche quando respiro è timbrato. Ogni volta mi apostrofa: “Di meno, di meno, di meno, te meno!”. Mia moglie sostiene lo stesso, anche quando parlo la sera e dovrei far piano mi redarguisce perché dice che non riesco a sospirare. Così adesso a dirmelo sono in due, tutti e due contro di me! Ormai è diventata una gag!»