Online dal 3 luglio su Netflix, Gli ultimi zar è una docu-serie che ripercorre l’ultimo periodo dei Romanov, nei primi anni del ventesimo secolo, partendo dagli ultimi anni di Nicola II fino alla rivoluzione che determinerà la fine della dinastia russa. In occasione della realizzazione dell’edizione italiana della serie a cura di 3Cycle, facciamo due chiacchiere con Gaia Bolognesi, che ci svela subito un dettaglio gustoso de Gli ultimi zar: «Mi sono divertita un sacco in sala perché c’erano spesso scene di sesso, ed è una parte del lavoro che trovo stimolante!
Ma al di là de Gli ultimi zar, lavoro da molto tempo con la 3Cycle e con Marco Guadagno e ho fatto con loro delle cose molto belle: ho doppiato Hannah John-Kamen in Ant-Man, la mia adorata Rebecca Ferguson in L’uomo di neve, Rachel McAdams in Doctor Strange e tante altre, sempre con Marco Guadagno come direttore: insomma, la nostra è una bella collaborazione e ovviamente spero continui.
Anche perché per me il doppiaggio è ciò che mi consente di rimanere sempre in contatto con me stessa. È un mestiere che si fa unendo esperienza, lavoro, ripetizione, studio, respirazione, tecnica, anima, cuore e cervello. Anzi pensiero. Senza questi aspetti non si fa doppiaggio. Un bravo doppiatore usa tutti questi strumenti ad arte, il che vuol dire anche attingere alla parte profonda di sé stessi. La vedo come se fosse una specie di “analisi”. Se non lavori in questo modo non sei un doppiatore, leggi delle battute, secondo me. E ce ne sono tanti, purtroppo, che lo fanno così.
Invece io ho adorato tutti i personaggi che ho doppiato, e credo che continuerò ad appassionarmi alle loro storie ancora a lungo. Penso anche a Bart Simpson, un personaggio che non conoscevo, probabilmente ero una dei pochi a non aver mai visto la serie animata di Matt Groening. Eppure mi sono divertita tantissimo a lavorarci, in sala si ride e si scherza molto. E poi le sale sono tutte gialle!»