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«Doppiare Yucatan è stato divertente, perché come spesso accade con sit-com e film comici al leggio si collabora con il direttore d’orchestra per trovare la soluzione migliore che faccia ridere tutti. E poi divertirsi è la chiave per arrivare la pubblico.» A parlare è Marco Vivio, voce di Rodrigo de la Serna nel film Netflix Yucatan (nell’edizione italiana firmata 3Cycle), ambientato su una nave da crociera molto particolare.

Marco Vivio

«Stare in sala fa parte del mio modo di vivere, è il mio habitat, non mi spaventa nulla, ma ci sono ruoli per i quali magari all’inizio mi sento adatto. Sicuramente ci sono volte in cui – quando imposti un personaggio – trovo subito l’affinità, mentre altre volte ci vuole di più. Mi è capitato di arrivare a leggio trovandomi davanti un personaggio molto diverso da me: per una questione anagrafica, di personalità…Ma il bello di questo lavoro è proprio mettersi in gioco. Mi piace sperimentare, cercare un modo di recitare diverso. A me danno spesso supereroi, personaggi positivi, principi, poliziotti… invece poco tempo fa mi è capitato un telefilm in cui mi hanno messo su un personaggio buffo, un po’ cicciottello… e mi sono divertito.

Tobey Maguire è Nick-Carraway ne Il grande Gatsby

Un ruolo che comunque ricordo perché mi ha dato filo da torcere è stato quello di Tobey Maguire, ne Il grande Gatsby. L’attore era anche la voce narrante del film e quindi bisognava trovare una chiave accattivante, lui stesso in originale usava registri diversi: a volte più sognante e coinvolto, a volte più distaccato. Bisognava seguirlo vocalmente, perché essendo voce fuori campo non avevo la faccia dell’attore, ma solo l’originale inciso, quindi stare dietro a lui senza tradire l’idea del regista è stato più complicato.

Altro tipo di sfida è quella nel doppiaggio dei videogiochi, dal momento che non vedi nulla sullo schermo. Senti l’originale e devi ripetere nello stesso tempo la battuta, ma non hai nulla davanti. I videogiochi vengono realizzati dopo, prima viene inciso l’audio. Quindi tu senti l’originale, la traccia, e devi rendere la tua simile. Insomma, una cosa un po’ alienante.»