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Ruth Bader Ginsburg, paladina dei diritti civili statunitense che si è guadagnata addirittura un acronimo, RBG, è l’ispiratrice di Una giusta causa, al cinema il 28 marzo 2019 nella versione italiana di 3Cycle. Con l’occasione ci siamo fatti raccontare da Valentina Favazza, che presta la voce alla protagonista Felicity Jones, qualcosa sul film e sul mestiere di doppiatore, che risente spesso di un pregiudizio.

«Il film è stato costruito molto bene e tessuto intorno a Ruth come personaggio, anche grazie all’interpretazione di Felicity Jones. È come se avessero iniziato partendo da RGB come centro costruendo intorno a lei la storia, in modo che chi guarda il film abbia una prospettiva soggettiva su quello che accade, non sia solo spettatore, ma viva quello che lei vive, dal suo punto di vista. È un film molto parlato ricco di termini tecnici, soprattutto nelle scene in tribunale, e il rischio era perdere l’attenzione dello spettatore, ma secondo me è stato scongiurato proprio da questa costruzione soggettivizzante: il pubblico è lì alla sbarra con lei, è lei.

Valentina Favazza ©Francesca Marino

Il doppiaggio è una casta: sento ripeterlo spesso e continua a non andarmi giù. Quello del doppiaggio è oggi un ambiente chiuso, a cui è più difficile accedere, è vero, ma non perché sia una casta. È anzi il risultato del fiorire incontrollato di scuole e scuolette di doppiaggio che mettono in piazza un manipolo di ragazzi che hanno speso tanti soldi e sperano così di avere pieno diritto ad entrare in un ambiente dove il lavoro c’è, ma è anche più difficile da distribuire, perché dietro al doppiaggio non c’è più lo stesso giro economico… Io sono arrivata nell’ambiente 12/13 anni fa dalla Val d’Aosta senza nessuno alle spalle: il microfono non perdona, se funzioni non guarda il tuo cognome. Penso a Benedetta Degli Innocenti, Gianfranco Miranda: loro non vengono da nessuna famiglia, si sono costruiti la propria strada.»