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Domenica 13 maggio sarà la festa della mamma. Per celebrarla nel migliore dei modi noi non potevamo che consigliarvi un film.
Magari troverete che la scelta di un horror in una simile occasione sia decisamente strana, ma Holidays (di cui 3Cycle ha curato l’edizione italiana per Netflix) è invece l’opzione più naturale. Il perché è presto detto: dagli episodi firmati da alcuni dei registi più visionari del cinema americano del Duemila, emergono gli aspetti più contorti e inquietanti che ogni festa comandata porta con sé, compresa la festa della mamma. Ne abbiamo parlato con Lorena Bertini, che ha diretto il doppiaggio.
«La particolarità dell’horror è sicuramente una: il doppiatore si trova a interpretare una persona con dei sentimenti e degli atteggiamenti completamente lontani dalla sua realtà, e quindi avvicinarsi a quel tipo di emozione che magari non ha mai provato – perché interpreta uno squilibrato fuori di testa – può essere una sfida.

Poi, dal punto di vista anche fisico, doppiare un horror può essere impegnativo: penso ad esempio alle scene molto urlate. Per questo quando possibile ricorriamo alla colonna internazionale, cosiddetta optional, in cui ci sono i rumori e determinate reazioni separate dal dialogo che si possono utilizzare per non far ripetere ogni grido all’attore.
A differenza che in una fiction – dove la maggior parte delle scene sono riconducibili a comuni episodi di vita quotidiana – in un horror bisogna lavorare di più su ciò che si percepisce. Bisogna considerare che noi sappiamo come andrà a finire la storia, ma dobbiamo dare allo spettatore la sensazione che ci sia qualcosa dietro che non deve essere svelato, che non può essere reso evidente. Insomma, sembrerà strano, ma per certi horror si lavora più su meccanismi psicologici.»