Martedì 8 maggio inizia uno degli appuntamenti più attesi dai cinefili di tutto il mondo. E noi di 3Cycle non potevamo che rendere omaggio al Festival di Cannes con una chiacchierata col nostro Marco Guadagno. Il pretesto? La sua direzione del doppiaggio di Venere in pelliccia di Polański, presentato al festival francese nel 2013.
«In Venere in pelliccia sperimentai una modalità inusuale di direzione: scelsi infatti di lavorare con entrambi i doppiatori a leggio e alle prese con ampi stralci di copione. Una sorta di prove teatrali aperte. E solo dopo queste prove, nelle quali si lavorava più sul personaggio che sulle battute da dire, si andava ad incidere (uno alla volta, ma sempre con entrambi gli attori insieme in sala). Il problema è che in sala di doppiaggio non c’è mai il regista a dare indicazioni. Devi essere uno spettatore sopraffino per cogliere le sfumature e capire cosa l’autore vuole rendere con certe parole, certi dialoghi e una certa recitazione. La difficoltà è anche nell’approccio: un attore si prepara mesi, a volte anni, per recitare una parte in un film, mentre nel doppiaggio l’attore ha un paio di giorni a disposizione per entrare nel personaggio.
La differenza tra un genere di film di questo tipo e quelli blockbuster di cui ultimamente mi occupo di più (vedi Avengers. Infinity War) è soprattutto quantitativa: i secondi prevedono un lavoro più titanico perché ci sono molti preliminari, e il film viene montato fin quasi all’uscita in sala, quindi in genere si lavora in contemporanea con la produzione originale e sono richiesti continui aggiornamenti. È un lavoro matematico, che richiede grande cura dei dettagli. Bisogna stare molto attenti a come e cosa si traduce, perché non possono sfuggire parole o termini che magari nei precedenti episodi sono stati citati.
Che sia un prodotto da Cannes, per Hollywood, per il Sundance o il festival di Venezia, comunque l’importante è essere spettatori intelligenti, capire il senso e il significato del film, qualsiasi film. C’è sempre un equilibrio particolare e molto delicato da rispettare.»