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La sua voce, che qui da noi viene associata a Daenerys Targaryen del Trono di spade (e a Hermione Granger di Harry Potter, solo per citarne un paio) ha tenuto col fiato sospeso milioni di persone. Archiviata (almeno per il momento) la saga fantasy, Letizia Ciampa ha doppiato Ellen Page, Shawna, in Tales of the city, serie Netflix online il 7 giugno la cui edizione italiana è curata da 3Cycle. Ci siamo fatti raccontare da lei com’è diventare un personaggio mitologico come l’eroina di Game of Thrones.

 

Letizia Ciampa

«Quando ho fatto il provino per doppiare Il Trono di spade ero totalmente inconsapevole di quello che sarebbe diventato. Daenerys è un personaggio che è molto cresciuto dalla prima all’ultima stagione, e io mi sono gradualmente molto affezionata a lei. Mi ha dato l’occasione di girare l’Italia perché essendo una saga lunga ho partecipato a molti eventi a tema fantasy. Mi ha dato la possibilità di vedere anche mondi diversi dal mio, conoscere i fan, firmare autografi, fare foto, e persino riempire i teatri (come con lo spettacolo ideato da Cristina Poccardi per il Teatro del Giglio a Lucca).

È una cosa molto divertente, come è stato divertente lavorare con Lorena Bertini per il doppiaggio di Tales of the City. È matta come un cavallo, io sono più matta di lei e devo dire che si è formata una bella squadra, insieme con il fonico Andrea e Elena Masini (assistente). Eravamo in un mood bello, Lorena ti mette molto a tuo agio, riesce sempre a creare un ambiente sereno. E questa è una cosa fondamentale, perché il doppiaggio è un lavoro tutto basato sulle emozioni. Per me il doppiaggio è uno stile di vita, ho iniziato a 8 anni, senza questo lavoro non saprei esprimermi: per me non c’è niente di più affascinante che stare chiusa in una sala al buio.

Comunque la cosa più bella che mi ha dato questo lavoro è leggere alcuni messaggi di persone che mi seguono, non vedenti, che mi dicono “io la faccia delle attrici che hai doppiato non l’ho mai vista, ma sono cresciuto con la tua voce. Quello che mi trasmetti tu per me che non vedo è molto importante”. Questa è una cosa ti riempie l’anima e pensi che allora sì, non ci sono solo le persone che ti dicono “però le cose in originale sono più belle”… Il nostro è artigianato, è un prodotto fatto in casa, e leggere certe cose ti fa capire che servi a qualcosa, che sei fondamentale in un ingranaggio. Anche perché nei personaggi ci mettiamo qualcosa di nostro, altrimenti al pubblico non arriverebbe niente. L’altro giorno un ragazzo mi ha mandato una foto che ho postato su Instagram.com con tutte le attrici che ho doppiato da quando ho iniziato, e qualcuno mi ha chiesto quale personaggio sentissi più affine. Ebbene, non ho saputo rispondere perché tutte (anche quelle dei cartoni animati) hanno qualcosa di mio. E poi sono talmente empatica, che mi porto tutti i personaggi a casa!»