La Kingsman è una sartoria di Londra, ma è anche la copertura di una famiglia di agenti segreti. In “Kingsman – Il cerchio d’oro”, seconda puntata di un ciclo fortunato, 3Cycle si è occupata della scrittura dei dialoghi e della direzione dell’edizione completa.
Julianne Moore, irresistibile interprete della nostalgica Poppy Adams, ha la voce di Roberta Greganti (che la doppiò per la prima volta nel 1998, in Psycho, remake di Gus Van Sant), che ci svela il segreto del suo lavoro: «Quello del doppiatore è un lavoro che esige una preparazione anche mimetica: la difficoltà consiste nel forgiare la nostra recitazione, ovvero il nostro modo di interpretare un ruolo, su un personaggio già impostato da un altro attore. Nello specifico del film “Il cerchio d’oro” non ho fatto altro che cercare di realizzare proprio questo. La mia voce segue un istinto decisamente attoriale, quindi non modulo la voce a seconda del personaggio che interpreto, è piuttosto la recitazione che cambia in base al personaggio che si doppia. A differenza di un attore sul palcoscenico o sullo schermo, il doppiatore ha solo la voce come strumento, che deve essere permeata da emozioni di tutti i generi, controllate e manipolate secondo la necessità.»
Mentre Colin Firth, che nel film veste i panni di Harry Hart, è doppiato da Luca Biagini. A Biagini, altra storica voce, abbiamo chiesto come sia avere a che fare con un attore come Colin Firth. Un interprete che lo stesso Biagini definisce «molto anglosassone, un gentleman che mantiene sempre una sua posatezza. È questa la chiave più importante nell’affrontare un attore di questo tipo. A maggior ragione in Kingsman, dove veste tutti gli stereotipi dell’inglese classico, sempre imperturbabile. Un personaggio che Firth rende con una linearità assoluta: non ha cioè molti alti e bassi, lavora su una zona intermedia di emozioni – e anche di emissione vocale – per cui ho dovuto giocare su dei piccoli dettagli, sulla sottigliezza della sua interpretazione. C’è il rischio di sembrare monotoni: è quindi fondamentale trovare sfumature nei toni emozionali e nelle intenzioni che riescano a renderlo vivo e intenso.» E a noi pare che ci sia riuscito!