Presentato in concorso alla 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, Ad Astra arriva nei cinema il 26 settembre (nell’edizione italiana curata da 3Cycle). Nel film recita un inedito Brad Pitt, che ha come sempre la voce di una leggenda del doppiaggio, Sandro Acerbo. A lui chiediamo cosa ne pensa del film:
«Ad Astra è un film molto diverso da quelli che ultimamente Brad Pitt ha fatto: la qualità estetica è indiscutibile – ci sono scene molte belle nello spazio – ma è soprattutto un film che cerca i risvolti psicologici del personaggio, quindi è un film più intimista, introspettivo, che ha anche molte voci di pensiero, molti silenzi. Insomma un film d’autore, di nicchia, che non è destinato al grandissimo pubblico. Anche se naturalmente il cast farà da richiamo (oltre Brad Pitt anche Donald Sutherland e Tommy Lee Jones). È un film tutto da gustare, anche nei suoi risvolti recitativi, lo consiglio vivamente pure per andare a vedere un Brad Pitt originale.
Per doppiare Brad Pitt io comunque uso sempre la stessa tecnica: sono un doppiatore molto istintivo e cerco di rifare esattamente quello che l’attore ha già fatto nel film, ricalcandone le orme, senza inventare nulla di nuovo. Che poi è anche il segreto del doppiaggio. Anche perché entrare in un personaggio in pochi minuti (un lavoro che a un attore costa mesi di preparazione) richiede molto “mestiere”. Molto altro però è sensibilità del singolo: c’è chi ha bisogno di molta introspezione per cercare di entrare nella testa del personaggio…
Al di là di quello che si affina poi con l’esperienza, c’è una cosa che consiglio sempre ai ragazzi che vogliono fare i provini – che hanno paura di non essere stati bravi perché non hanno fatto il provino “buona la prima” – ed è che la velocità a volte è deleteria. Il bravo doppiatore si vede sulla qualità di quello che fa, non sulla velocità: un mestiere come il nostro richiede tanta cura.
Ultimamente l’ambiente è diventato più complicato: tanti anni fa non avevamo problemi di tipo economico, né di tempistica. Ora invece chiedono tutti il massimo della velocità al minimo prezzo. Ma non sempre questa strategia dà buoni frutti.
Fortunatamente io ho sempre avuto la fortuna di lavorare a un grande livello, di gavetta ne ho fatta poca perché avendo iniziato da bambino sono cresciuto insieme alla mia età anche artisticamente. E con l’età sono cresciuti anche il rispetto e la considerazione: ho un ottimo rapporto col mio ambiente e con i colleghi.»