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Era il 1993 e Beverly Hills 90210, serial televisivo incentrato su un gruppo di liceali statunitensi alle prese con primi amori, amicizie e problemi adolescenziali, era sulla bocca di tutti i teenager d’Italia (e non solo).

Nella penisola però c’era un fattore di immedesimazione in più: i beniamini della serie, Dylan McKay, Brenda e Brandon Walsh, Kelly Taylor, Steve Sanders, David Silver, Donna Martin e Andrea Zuckerman parlavano infatti italiano. E fu probabilmente anche grazie a una schiera di doppiatori giovanissimi (all’epoca avevano tutti meno di trent’anni) e bravissimi che la serie in Italia diventò un vero e proprio fenomeno cult.

Lo testimoniano alcuni importanti reperti d’archivio, che siamo in grado di mostrarvi grazie all’accurata conservazione di Georgia Lepore, una delle protagoniste di quella fortunata esperienza di doppiaggio Made in Italy.

Insieme a Georgia, la cui voce incarnava alla perfezione le controverse vicende personali di Brenda, anche Francesco Prando (suo il Dylan più amato dalle italiane), Giorgio Borghetti (David Silver), Francesca Guadagno (Andrea Zuckerman), Marco Guadagno (lo ricorderanno le fan del “Team Brandon”), Oreste Baldini (Steve Sanders), Lorena Bertini (l’eterna Kelly Taylor) e Alessandra Korompay (l’altra bionda, Donna).

“Guardateci: i veri divi di Beverly Hills siamo noi” titolava Oggi in un articolo firmato da Monica Mosca che raccontava:

«Come nella finzione, anche nella realtà le parentele si sprecano: Brandon è sposato con Kelly ed è fratello di Andrea. La doppiatrice di Brenda le somiglia davvero come una goccia d’acqua. Dylan sarà operato a un ginocchio, David sta facendo il servizio di leva.»

Dello stesso tenore l’articolo curato da C. Barretta che il rotocalco Eva Express dedicava all’affiatato gruppo di artisti, i cui profili vengono tratteggiati con poche indelebili pennellate di colore, tra passioni per la scultura e sembianze wannabe.

Documentatissimo infine il reportage di TV Sorrisi e Canzoni. Intitolato “Siamo noi le voci di Beverly Hills”, l’articolo di Elena Mora commentava:

«I loro nomi non sono famosi, ma basta sentirli al telefono perché, immediatamente, scatti la magia di un’emozione: chi sta parlando è Luke o Dylan, Brenda o Donna.»

«È capitato che – prosegue l’articolo – in una settimana mi arrivassero anche 75 chiamate. Racconta Marco Guadagno, voce italiana di Brandon oltre che direttore del doppiaggio della serie. In più c’è il tormentone degli amici che chiedono una telefonata speciale, con la voce dei nostri personaggi, per un compleanno o uno scherzo.»

Insomma, quello che adesso accade ai doppiatori con i messaggi vocali su Whattsapp o le storie su Instagram, accadeva già trent’anni fa con l’apparecchio di casa e un semplice elenco telefonico.